I nanorobot si trasformano nell’antidoto contro i tumori, la malattia degenerativa più diffusa ai giorni nostri.
La ricerca prosegue da molto tempo, ma solo ora è possibile toccare con mano il potenziale della tecnologia.
«Abbiamo sviluppato il primo sistema robotico fatto di Dna, programmato esclusivamente per la terapia anticancro ed efficace contro quattro forme tumorali»
I ricercatori hanno eleborato singoli elementi in grado di interagire con le cellule e di essere trasportati dal flusso ematico, dimensioni ridotte e materiali idonei a non essere annientati dalle difese immunitarie.
In cosa consistono i nanorobot
Si tratta di piccoli frammenti di DNA (90 per 60 nm) ripiegati su se stessi e contenenti al loro interno enzimi come la trombina, i responsabili della coagulazione, proprio per mezzo di questi gli esperti riescono ad emarginare la cellula maligna.
La coagulazione chiude i vasi contenenti le cellule; le sostanze nutritive trasportate dal flusso sanguigno vengono meno facendo “morire di fame” le cellule interessate.
L’esperimento è stato condotto sui topi riproducendo le stesse condizioni umane per i tumori: al seno, alle ovaie, ai polmoni e alla pelle.
Durante l’esperimento le cellule sono state subito riconosciute e inglobate da una molecola (trombina) che favorisce la formazione del coagulo a livello localizzato.
Tre topi su 8 hanno mostrato una regressione del fenomeno degenerativo portando a un incremento del tempo di sopravvivenza da 20 giorni a 40; i dati pubblicati fanno riferimento a una media generale.
Si sta ancora investendo sull’applicazione dei nanorobot sperando un giorno di arrivare al completo assorbimento delle cellule maligne, una cura definitiva
Via: ansa