Il settore server è fondamentale al giorno d’oggi, in cui tutti i servizi offerti dalle aziende sono parte di un sistema che deve essere efficiente e prestazionale allo stesso tempo. I processori Arm sono un ottimo esempio di chip efficienti dal basso consumo energetico, che si prestano molto bene per la realizzazione di Smartphone e server che devono necessariamente rispettare determinate caratteristiche. Fino ad oggi, l’impiego dei processori Arm per il settore data center e più in particolare per i server in generale non ha avuto molto successo, dato che l’architettura a 32Bit impiegata ha ostacolato lo sviluppo di software fondamentali come Apache, MongoDB e molti altri (per fare un esempio).

 

Nel 2015, la svolta sembra essere finalmente partita con l’introduzione del 64 Bit on Arm che ha aperto nuovi orizzonti per questo settore. I produttori di software potranno finalmente estendere la compatibilità dei loro software anche alle CPU Arm e consentirne l’inserimento all’interno dei server.

Qualcomm è tra le prime aziende ad aver presentato la sua soluzione per server ad altre prestazioni: il suo processore con 24 core Hydra a 64 Bit garantisce prestazioni eccellenti e consumi energetici contenuti. Il processore è intercambiabile, proprio come i processori Intel o Amd con socket proprietario; non si conoscono ancor tutte le specifiche del prodotto che in ogni caso sarebbe riservato solamente all’impiego in data center molto grandi come quelli di Google o Facebook. Alla presentazione, Qualcomm ha mostrato il suo processore svolgere funzioni anche molto complesse e la possibilità di installare LAMP (Linux + Apache + MySQL + PHP) con OpenStack senza problemi.

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Immagine del server JAMES NICCOLAI PCWorld.com

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