energia solare

L’energia solare è una delle fonti rinnovabili dal più alto contenuto energetico, da qui gli sviluppatori trovano la motivazione per il miglioramento delle celle fotovoltaiche.

La tecnologia attuale mostra grandi limiti nella conversione e nell’accumulo di energia proveniente dal sole; basti pensare che su una superficie di un metro quadrato si possono arrivare a contare 1000W mentre un pannello solare ne trasforma solamente 150 in energia elettrica.

L’efficienza è il tallone d’Achille delle celle fotovoltaiche mentre la dispersione di calore quello dei sistemi di recupero a pannelli solari.

Perchè non immagazzinare l’energia termica?

Se non fosse per il nuovo studio sarebbe anche meno conveniente di stoccare energia elettrica.

Qual è la novità di oggi?

Grazie allo studio di nuovi materiali i ricercatori svedesi hanno sviluppato un fluido in grado di immagazinare energia termica dai raggi solari e di rilasciarla al bisogno.

La nuova molecola consiste in un composto di carbonio, idrogeno e azoto; se si espone il fluido (allo stato liquido) alla radiazione solare il cambio di stato in isomero permette l’immagazzinamento di energia.

L’energia termica assorbita dalla radiazione infrarossa del sole prevede la solidificazione di questo speciale fluido e la conservazione allo stato solido sotto forma di energia chimica.

L’isomero Molecular Solar Thermal Storage può mantenere la carica energetica per diversi anni, la stima arriva a 18.

Gli sviluppatori hanno studiato anche la fase di rilascio; per mezzo di un catalizzatore e un sistema di dosatura l’isomero può ritornare allo stato liquido rilasciando costantemente calore a una temperatura di circa 60°.

Il sistema si rivela ottimo per riscaldare un’abitazione e duraturo infatti la perdita di efficienza avvertita dopo un ciclo sarebbe limitata e costante durante l’uso.

Soddisfatti del risultato i ricercatori puntano a migliorarne i risultati e a rendere i costi accessibili per l’installazione; una domanda che sorge spontanea è:

esiste la possibilità che gli sviluppi futuri della ricerca trovino una effettiva applicazione in ambiente home?

Via: hydrogen